La disperazione genera l’illusione. La persona disperata si crea delle illusioni per sostenere il suo animo nella lotta per sopravvivere. Questa è una valida funzione dell’Io, come ha sottolineato William Silverberg. Come esempio di questo meccanismo egli cita una poesia di Rainer Maria Rilke in cui un giovane soldato che affronta la morte in battaglia, trasforma le sciabole dei nemici in una “ridente fontana in cui si tuffa. Con questa illusione “la terrificante realtà dell’annientamento viene elusa, non certamente in concreto, ma nella mente del giovane”. Il ricorso all’illusione è promosso dall’impotenza ad affrontare la realtà esterna. Ma diventa patologico quando l’importanza deriva dal sentirsi inadeguati indipendentemente dalla realtà esterna. Il pericolo dell’illusione deriva dal fatto che rende perenne la condizione disperata. Un esempio di illusione o di fine utopistico è il desiderio di essere la “moglie perfetta”. Questa segreta aspirazione mette la donna in una situazione disperata. Il suo comportamento diventerà forzato; interpreterà ogni segno di scontento da parte del marito, poichè si preoccupa della proprio immagine dell’Io; e il suo comportamento spingerà il proprio marito a reagire proprio con lo scontento. La sua ricerca della perfezione è una proiezione di ciò che esige da sè. Il perfezionismo è forse la più comune di tutte le illusioni e certamente una delle più distruttive per i rapporti umani. Quando l’illusione diventa il fondamento stesso dell’esistenza si ha una condizione schizoide. Il sogno di Cenerentola si trova in tutte le ragazze schizoidi. E ‘ una compensazione per il senso di demerito di cui soffrono. Un’altra versione è quella della Bella Addormentata: il potenziale sopito è destato dal coraggio e dall’ardore di un principe che supera la maledizione della strega arrivando alla principessa attraverso i rovi e le spine che si celano. E’ comunque l’illusione di essere una principessa, che deforma la realtà costituita da scoraggiamento interiore. Sebbene la rinuncia all’illusione sia un passo verso la salute, questa è invariabilmente accompagnata dalla prostrazione che nasce dalla paura dell’abbandono, che va elaborata per il superamento e la riappropriazione di un senso reale di Sè.
(*Articolo scientifico )