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La consapevolezza della sincerità e dell’inganno

Per un certo periodo i biologi si sono interessati al crescente predominio dell’uomo nel regno animale. Di fronte all’immenso potere che ha ottenuto ai nostri giorni, nessuno mette più in dubbio tale predominio. Ma non è stato sempre così. Prima di ottenere questo potere l’uomo era in svantaggio fisico rispetto agli animali che cacciava o che gli davano la caccia. Non aveva nè molta velocità nè una grande forza. Nel corso del suo sviluppo imparò a usare la clava e il coltello di pietra, ma questa non erano armi molto efficaci. Il vantaggio maggiore che l’uomo aveva nella lotta per la sopravvivenza era la sua intelligenza. Se non riusciva a farcela con gli altri animali o a superarli in velocità, poteva batterli in astuzia. Nella caccia il cacciatore doveva saper agire di soppiatto e compiere raggiri, perchè la preda diffidente doveva essere spesso catturata di sorpresa. In questo tipo di rivalità per sopravvivere l’uomo ha battuto tutti i suoi rivali. L’inganno e l’astuzia di per sè ha un ruolo importante anche nei rapporti della vita in alcuni dei quali ha un valore positivo. Nel gioco del calcio, per esempio, si dà più valore al giocatore che aggira l’avversario e conquista il pallone; nella boxe la finta che trae in inganno l’avversario è considerata una tecnica di campione, per esempio nel poker uno degli aspetti è proprio il bluff. L’inganno è fuori luogo, però nelle situazioni di cooperazione e di comprensione. Di ben più grande importanza è ingannare se stessi: l’auto-inganno ha effetti disastrosi. In situazioni di conflitto l’uso cosciente dell’inganno richiede la capacità di essere obiettivi dato che la coscienza come sosteneva Erich Neumann nasce dal riconoscimento delle differenze. Vuol dire che se si è coscienti della luce di aver fatto esperienza del buio. Così come per sapere cos’è su, si deve aver conosciuto anche il giù. Allo stesso modo è possibile allora saper distinguere il vero dal falso senza aver esplorato che cos’è l’inganno? Probabilmente no. Quasi tutti i bambini attraversano uno stadio in cui dicono bugie. La menzogna è spesso il negare un atto che i genitori ritengono sbagliato. I genitori di solito di fronte a questo puniscono il bambino anzichè considerare il fatto come un’esplorazione nel campo dell’inganno. Nella nostra cultura i bambini sono educati a considerare le bugie una cosa brutta, sbagliata e peccaminosa, che mentire incrina la fiducia e distrugge il piacere che potrebbe venire a crearsi in un rapporto. Se però essere onesti espone una persona alla punizione essere onesti richiede uno sforzo di volontà perchè la tendenza di ogni persona è quella di evitare il dolore. Si farà tale sforzo se la minaccia di dolore è lieve altrimenti se tale minaccia supera un livello accettabile, forzare una persona a dire la verità la metterebbe in conflitto contro i suoi stessi interessi. Si dice che le regole sono fatte per essere infrante e i bambini desiderosi di libertà e in cerca del piacere sono spesso inosservanti, però il diritto di stabilire regole e di infliggere punizioni è un esercizio di potere e quando questo è prevalente la sfiducia e  l’inganno possono portare a uno sviluppo successivo di figli ribelli e bugiardi. Il diritto di punire un bambino significa tradire la fiducia che aveva riposto nei genitori e l’idea che la punizione sia inflitta per il bene di chi la riceve è considerata oggi una giustificata razionalizzazione. Per essere sincera con sè stessa e con gli altri una persona deve sapere cosa sente e essere in contatto con sè stessa.

(*Articolo scientifico )

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