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L’angolo del caffè. Lettera di un diario per un mio amico. ( Parte 1)

E’ quasi sera oggi ,mentre penso all’ultima volta che abbiamo conversato piacevolmente. Sono io. In questo momento dalla finestra dove vedo anche il cielo, ti immagino da qualche parte ripensando tra me e me all’ultima volta che sono passato a salutarti, sul divano nuovo mentre scherzosamente ti chiedevo se eri stato tu a dipingere quella stampa famosa d’autore come se l’avessi ignaramente ignorata facendoti i complimenti come si fa a un pittore talentuoso. Che talento. Certo è trascorso qualche giorno, ma mentre la penna del mio diario scrive per te, mi viene in mente anche il bambino che stai crescendo. E a riprovare la spavalderia dei 20 anni quando amici speravamo di dire come si sente in giro ” Dico no a chi mi calpesta e ruba quello che ho, ho una dignità, un cuore, un’anima e non posso star senza me”. Buon amico, per Noi che possiamo essere Psicologo è come sta scritto qui nel mio diario. Vuoi un caffè? So che non lo bevi mai. La vita è come una pallina da tennis quando rimbalza a terra e la tocca, non può che risalire, dopo averla toccata. Lei non ti tradisce mai, così come te. Ora ti dico cosa penso del mio lavoro. Il primo problema per me di una persona è la ‘resistenza psichica’, cioè la ‘repressione’ culturale. Sono convinto che sia quasi impossibile parlare oggi dell’amicizia tra un uomo e una donna tanti sono i ciarlatani! Tu sorridendo e scherzando pensi che conoscendomi io farei questa professione cercando di non essere invadente in una casa qualunque di una persona che vuole imparare? Si, cerco semplicemente di non esserlo ( non sono narcisista? ). Impareremo a dire di Sì ,solo dopo aver imparato a dire di No, a ciò che non ci piace, non prima. Secondo te prima conta il sentire o prima il vedere? Se tu pensi a te, senti te, se vedi me ti senti di più o di meno, con le tue mani su un foglio di carta, sei più presente o distratto? Come mi ha detto un’altra volta un mio amico, è molto più bello pensare che non sono guardato ( si riferiva al mio lavoro ) dagli occhi di un’estraneo, è più rilassante. Con affetto e non lavorare troppo. Tuo amico, Paolo.

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